Con la quinta edizione del rapporto “I numeri del Green Public Procurement in Italia”, curato dall’Osservatorio Appalti verdi, viene evidenziato che le risorse attribuite dall’Unione Europea all’Italia per il PNRR potranno essere spese soltanto previa adozione dei cd. “CAM” – criteri ambientali minimi – nelle procedure di gara.
Difatti, tra i principi propedeutici ai finanziamenti di soggetti privati previsti nel PNRR vi è il “DNSH” (do no significant harm), ovvero di non causare danni significativi all’ambiente.
Dal rapporto emerge che per il 37% delle risorse del PNRR, il cosiddetto “regime 1”, non ci si potrà limitare a “non arrecare un danno significativo all’ambiente” ma si dovrà aver dimostrato di aver contribuito in modo sostanziale al miglioramento ambientale. Inoltre, altra novità riguarda il calcolo di un indicatore complessivo del GPP (Green Public Procurement) che tiene conto di più elementi, dall’adozione dei CAM a fattori come il monitoraggio interno, la formazione del personale, il rispetto della parità di genere e il livello di diffusione di conoscenza del Gpp all’interno degli enti.
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