L’esito della controversia disquisita in seno al Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione Siciliana evita l’acquisizione gratuita al patrimonio del Comune di Tusa (Me) – e l’immissione in possesso- di manufatti considerati abusivi, e delle relative aree, di proprietà di un privato.
Grazie alle arringhe difensive dell’Avv. Giuseppe Ribaudo e dell’ Avv. Francesco Carità – legali rappresentanti del proprietario di un parco campeggio ubicato nel Comune di Tusa- si è dimostrato che la vicenda è connotata da un radicale vizio istruttorio che preclude di poter considerare l’ordine di acquisizione al patrimonio comunale fondato sui necessari presupposti.
In particolare, la peculiarità della fattispecie concreta necessita di dar rilievo alla circostanza che il lungo lasso di tempo – quasi ventennale- intercorso tra l’ordinanza di demolizione rimasta ineseguita e l’ordine d’acquisizione è stato travagliato da una relazione “dialogante” tra l’Amministrazione ed il privato che non solo ha fatto sorgere su quest’ultimo il legittimo affidamento relativo alla circostanza che gl’atti dell’Amministrazione assecondassero le sue aspirazioni, ma ha principalmente travolto il provvedimento originario privandolo di attuale vitalità giuridica.
Inoltre è fondamentale far chiarezza su un aspetto, di non secondaria importanza, riguardante l’oggetto del provvedimento impugnato: l’atto d’acquisizione fa riferimento all’accertamento di inottemperanza relativo all’ordine di demolizione avente per oggetto un insieme di manufatti all’interno del quale, però, vi sono delle strutture che furono riconosciute sanabili non solo dal Giudice ma addirittura dalla stessa Amministrazione.
La Corte, nell’accogliere il ricorso proposto dagl’appellanti, ha stabilito che l’Amministrazione prima di procedere all’acquisizione avrebbe dovuto emanare un nuovo ordine di demolizione , precisandone i presupposti attuali e determinandone anche l’oggetto con le conseguenti facoltà per l’interessato ad esso connesse.
